Musicoterapia: il potere della musica ai tempi del Covid

La musicoterapia, fra tutte le risorse utilizzate dagli animatori presso le nostre Residenze per Anziani, riveste un ruolo speciale; per la sua accessibilità e per i significativi effetti positivi che è in grado di generare in termini di benessere psicofisico di chi ne fruisce. In questo delicato periodo in cui si è lontani dagli affetti, isolati e spaventati, la musica è in grado di rappresentare un sostegno; una piccola fiammella che accende la speranza ed evoca il ricordo di casa.

Musicoterapia nella Residenza per anziani di Olcenengo

Eleonora Morino, nostra operatrice attiva presso la Residenza per anziani di Olcenengo (VC), ci ha raccontato la sua esperienza, con particolare riferimento alla situazione di emergenza che stiamo vivendo e gestendo con la massima cura per i nostri ospiti.

La musicoterapia è una disciplina che utilizza l’elemento sonoro-corporeo-musicale per creare una relazione fra terapeuta e paziente (nel nostro mondo, fra operatore e ospite) in un processo sistemico di intervento con finalità preventive, riabilitative e terapeutiche.

Studi scientifici consigliano l’utilizzo dell’elemento sonoro-musicale nel contesto dell’assistenza infermieristica in area critica nella prassi assistenziale quotidiana, anche per il miglioramento delle prestazioni e la gestione dello stress degli operatori. In questo tempo molto difficile, quindi, l’intervento musicoterapico può essere un valido aiuto sia per migliorare la qualità di vita degli ospiti sia per favorire il benessere degli operatori.

La musicoterapia riduce gli stati d’ansia e la sintomatologia dolorosa

In particolare, la musicoterapia recettiva con il paziente allettato è uno strumento efficace di comunicazione non verbale, che favorisce la riduzione della sintomatologia dolorosa e degli stati d’ansia; permette di raggiungere obiettivi complessi in quanto stimola, stabilisce una relazione, facilita il recupero della coscienza, favorisce la sintonizzazione affettiva con il mondo interiore dei pazienti grazie all’azione equilibratrice del suono.

L’applicazione della musicoterapia come intervento sonoro-relazionale non si limita dunque al posizionamento di uno stereo con la giusta scelta musicale o sonora! Ogni paziente, infatti, ha un proprio vissuto sonoro, una propria storia che comprende suoni, rumori, canzoni da quando è nato fino ad oggi; è dunque compito dell’operatore/terapeuta effettuare un’accurata anamnesi sonora-musicale e ricercare brani e canti, che possano generare un determinato stimolo, una modificazione, al fine di creare nell’utente uno stato di benessere.

I benefici per i pazienti allettati

L’esperienza realizzata presso la RSA di Olcenengo è stata dedicata proprio agli ospiti allettati. Abbiamo svolto la musicoterapia recettiva quattro giorni alla settimana, in camera, per circa 35 minuti a seduta individuale, effettuandola a metà mattina o metà pomeriggio.

Gli anziani coinvolti, dopo un trattamento di circa 4 settimane, appaiono più orientati, più sereni, richiedono nuovi stimoli, brani conosciuti, ecc. Alcuni elementi emergono dalla comunicazione non verbale, anche dagli ospiti più fragili; la mimica del volto appare più rilassata, spesso compaiono sorrisi e strette di mano, migliorano i tempi di attenzione e i contatti degli sguardi.

Musicoterapia recettiva contro lo stress degli operatori

La musicoterapia recettiva, come accennato, è anche uno strumento efficace per la gestione dello stress dell’operatore. In queste settimane ho potuto osservare i miei colleghi fare turni molto impegnativi e correre senza sosta per poter assistere gli ospiti. In particolare all’inizio dell’emergenza, lo stress era palpabile e iniziava a sentirsi la stanchezza, fisica e soprattutto mentale.

Abbiamo quindi sperimentato un po’ di musicoterapia, accompagnando il nostro lavoro inizialmente con brani “a richiesta”, dalla musica classica per distendere la muscolatura e contenere lo stress a brani melodici per favorire la concentrazione, per poi arrivare a brani jazz, pop, per dare struttura ed equilibrio, migliorare il tono dell’umore e alimentare la coesione del gruppo e la comunicazione.

Sono ormai trascorsi due mesi da allora e possiamo dire che la musica è stata per tutti noi quel “nutrimento” che ci serviva; una “mamma” che ci ha abbracciati, l’energia che ci ha fatto proseguire al meglio nel nostro lavoro. Oggi siamo un po’ più sereni, e giorno per giorno ritroviamo un gruppo bello, unito, forte e armonioso.

La canzone più richiesta? Direi “Mamma Maria” dei Ricchi e Poveri!”

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