Sono Vanessa Romano e lavoro per Anteo Impresa Sociale come psicologa presso le case di riposo. Il mio lavoro mi vede impegnata quotidianamente, insieme all’équipe di cui faccio parte, ad accogliere gli ospiti che entrano in struttura e portano con sé, oltre alle proprie cose, anche la propria storia.
Saper accogliere
Spesso la storia più recente dei nostri ospiti è fatta di percorsi di malattia o di situazioni non più gestibili nelle mura di casa propria. Fin dai primi istanti dell’accoglienza ogni figura professionale sa quanto sia fondamentale e delicato questo momento. Saper raccogliere e accogliere, attraverso un ascolto autentico, le esigenze e i bisogni. L’attenzione nel far ritrovare in breve tempo le proprie cose sistemate nell’armadio e sul comodino.
È importante trovare qualcuno all’interno della casa di riposo che ti chieda come stai. Qualcuno che risponda alle tue domande. Un professionista che ascolti le tue paure e, anche se non lo conosci, un po’ ti rassicuri. I giorni passano e le facce intorno diventano a mano a mano più famigliari e allora comincia ad emergere la storia più profonda di ciascuno: il lavoro svolto per una vita, la crescita dei figli o i viaggi fatti, le passioni…ma anche i cibi e i profumi preferiti.
I gesti della cura
È essenziale per i nostri operatori non pensare mai che diventare anziano sia come tornare bambino. O che prendersi cura di un anziano sia come prendersi cura di un bambino. Per chi si occupa delle persone anziane è fondamentale cercare di riconoscere, attraverso i gesti della cura, il valore della persona, della sua storia, delle sue abitudini. Questo permette ai nostri ospiti di non perdere il legame con la propria identità. Un’identità che, malgrado la condizione fisica spesso menomata, resta comunque un’identità adulta a tutti gli effetti.
Mettere la persona al centro della cura significa in realtà un insieme di piccoli gesti. I colleghi OSS sanno che alla Signora Guerrina piace il profumo di lavanda e questo facilita e rende più piacevole il momento del bagno. Gli animatori aiutano il Sig. Luigi a personalizzare la sua stanza, con immagini scelte da lui così, nel frattempo, piò raccontare qualcosa di sé. I colleghi infermieri sanno che la Signora Iolanda beve più volentieri se si usa l’acqua gel alla fragola mentre i fisioterapisti per aiutare Il Sig. Bruno nella riabilitazione gli chiedono di raccontare del suo lavoro passato.
“Vivere” in casa di riposo
Le nostre giornate sono un insieme di piccole attenzioni profondamente pensate perché sono il risultato della capacità di ogni Operatore di entrare in relazione con il proprio interlocutore, attraverso un percorso lento e continuo. Un percorso fatto di ascolto, osservazione attenta, confronto tra colleghi. Ogni giorno facciamo in modo che i nostri ospiti vivano la casa di riposo come un luogo sicuro, accogliente e famigliare. Un luogo dove costruire legami. Un luogo dove la quotidianità abbia un senso.