25 novembre 2022: un nuovo paradigma per una Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza maschile sulle donne diversa?
Abbiamo raccolto le riflessioni di due donne impegnate sul nostro territorio nella lotta contro la violenza sulle donne: la nostra collega Alessandra Musicò e Sonia Caronni, Garante dei diritti delle persone private della libertà per il Comune di Biella.

“Oltre all’imprescindibile risposta giudiziaria, che viene data in sede processuale alle donne vittime di violenza, sempre più l’attenzione oggi si concentra sulla giustizia riparativa ed in particolare sulla mediazione autore e vittima (victim-offender mediation).

Si tratta di un procedimento che permette alla vittima e al reo di partecipare in modo attivo, se sono entrambi d’accordo, alla soluzione delle difficoltà derivanti dalla commissione del reato, con l’aiuto di un mediatore.

Il concetto di mediazione, complesso e di estrema attualità in differenti contesti, merita un approfondimento; alla ricerca di una definizione, possiamo affermare, con la parole di Francesca Genzano, punto di riferimento su queste tematiche, che si tratta di “uno spazio-temporale di opportunità perché si attivi una pratica riflessiva e trasformativa capace di generare rispetto e responsabilità, reciprocità, valori e benessere”; in altri termini, utilizzando ancora le parole della Genzano, “il conflitto de-forma, la mediazione tras-forma”.

È, quindi, di giustizia riparativa che scegliamo di parlare in questa giornata: una prospettiva in cui la vittima può ricominciare a vivere la sua esistenza superando i sentimenti di vendetta, rancore, sfiducia, paura, nel pieno riconoscimento e rispetto del dolore subito, e l’autore di violenza riconosce le sue responsabilità e avverte la necessità di riparare la sofferenza della vittima.”

Alessandra Musicò – Educatrice, Responsabile della Casa Rifugio Biellese e Presidente di Underground ODV

 

“Il concetto di Giustizia Riparativa rimanda a mio modo di vedere a quattro termini chiave fondamentali: la prossimità, lo sguardo, la gentilezza, la parola.

L’idea di Giustizia Riparativa è debitrice dell’idea più vasta che abbiamo dei luoghi in cui viviamo. È dal tipo di città/Comune che vogliamo che deriva anche una corrispondente idea di Giustizia. La città è il luogo simbolico dove gli uomini e le donne si incontrano, si definiscono in base ad una lingua, a una cultura, si integrano, si mescolano, rivaleggiano oppure si uniscono. La città è per estensione anche il luogo dove lo stare insieme risponde da un lato al bisogno di protezione, dall’altro alla voglia di un territorio libero, che dia a ciascuno la possibilità di esplorare un ambiente e di sentirselo suo senza la costrizione di non doverne fare parte a tutti i costi. Un nemico delle pratiche di Giustizia Riparativa è proprio il dilagante diffondersi delle politiche giudiziarie basate sulla sicurezza.

A questo punto, cos’è la Giustizia Riparativa? È una forma di giustizia che prende in considerazione il riparare, l’atto di riparazione. Riparare, dal latino “re-parare”, vuol dire “disporre di nuovo”, “recuperare”, “rammendare”, “aggiustare” cioè “riporre alla giusta misura”. La reciprocità dello sguardo, cioè l’incrocio dei volti, significa assumersi la responsabilità di essere responsabile anche degli altri.

In un momento storico in cui i dati nazionali segnano un costante incremento della violenza contro le donne, la Giustizia Riparativa potrebbe essere quel paradigma che riporta gli uomini e le donne di una città all’incontro dei loro volti, volti non riassumibili in un dato fisico; l’apparizione del volto degli altri, in tutta la sua nudità, senza niente che lo copra o lo protegga, nella sua assoluta semplicità, ci pone in un rapporto diretto con l’altro e in un atteggiamento di costruzione di comunità. Come Garante dei diritti delle persone ristrette nella libertà per il Comune di Biella ritengo che la giustizia riparativa sia la via d’uscita dalle politiche giudiziarie e apra l’orizzonte ad una pratica di comunità che previene la commissione dei reati e propone modalità evolutive di risoluzione dei conflitti.”

Sonia Caronni – Garante comunale dei diritti delle persone private della libertà – Città di Biella