Condividiamo la testimonianza di una collega, Chiara Sanna, che mette a disposizione degli Ospiti dei Servizi Anteo le sue competenze professionali e la sua umanità.
Una professione che evolve
Anche quest’anno arriva la data speciale, il 12 maggio, la Giornata Mondiale dell’Infermiere. Sono passati molti anni da quando sono diventata orgogliosamente e felicemente infermiera; anzi: “dottoressa in infermieristica”. Questo è il titolo che attualmente ci riconoscono e che per me fu tanto sudato. Il giorno della mia laurea presentai una tesi un po’ particolare, sulla figura infermieristica nell’immaginario collettivo. Se oggi riprendessi in mano quella tesi, ripensando a tutti i percorsi fatti e alle esperienze vissute, avrei molto da aggiungere. Sicuramente mi soffermerei maggiormente su cosa la società si aspetta da noi e darei peso a quello che siamo diventati come professionisti. Oggi l’infermiere possiede conoscenze sempre più ampie, può specializzarsi e diventare un vero e proprio esperto in molti ambiti. Quello che però non cambia mai è il posto che la nostra figura occuperà nelle vite dei pazienti.
Chi è l’infermiere?
L’infermiere è un professionista ma soprattutto una persona che fa da ponte tra la medicina, la malattia e la persona-paziente. Ha mani forti e determinate per eseguire manovre difficili, ha occhi e orecchie attenti ad ogni segno e sintomo, ha piedi veloci e passo leggero, una mente brillante in continuo pensiero ma soprattutto ha un cuore capace di accogliere e sospendere il giudizio. Quante cose ha dovuto e dovrà imparare un infermiere nel corso della sua professione? Quante storie accoglierà nel suo cuore e nei suoi pensieri? Quante volte tornerà a casa con le gambe stanche per tutti i corridoi percorsi e con la mente pesante di tutte le informazioni raccolte? Eppure tra fatiche, stanchezza e dolore riuscirà sempre ad avere un sorriso per tutti, perché un infermiere non smette mai di essere un professionista. L’infermiere tolta la divisa continua ad essere tale perché il suo non è solo un lavoro ma un modo di essere, ogni giorno. Ovunque andrà porterà il suo sapere e la sua volontà e capacità di aiuto al prossimo.
Dopo l’emergenza Covid-19…
Abbiamo attraversato un periodo buio in cui siamo stati chiamati “angeli” ed “eroi”, come in una “(ri)scoperta”. In realtà, ognuno di noi ha vegliato sempre con dedizione i propri pazienti, ognuno di noi ha condiviso storie, dolore e (meno male) anche sorrisi al letto dei pazienti. Abbiamo accarezzato fronti sudate e incoraggiato famiglie intere. Abbiamo sentito forte la frustrazione di non poter fare di più per quella persona, abbiamo dovuto accettare i limiti umani e trasformarli in opportunità (di relazione, di crescita, di apprendimento).
Per tutte le volte che ho potuto essere di aiuto e per tutte le volte che mi sono presa cura di una persona senza mai aver rimpianto un giorno di aver scelto questa professione, oggi dico “grazie!” a tutti i volti e le storie incontrate.
Buona Giornata dell’Infermiere a tutti i colleghi e a chi vorrà intraprendere questa fantastica professione. Io, per ciò che oggi vi ho raccontato e per altri cento motivi, lo rifarei: sempre!”