Caro nonno, ti scrivo…
Un progetto per una prossimità antica e nuova
Scrivere una lettera significa delimitare un tempo per mettere insieme pensieri e parole per il nostro destinatario, scegliere che cosa regalargli, che cosa trasmettergli. E leggere una lettera vuol dire comprendere il valore di un dono antico ma sempre vivo e provare a immergersi nel mondo che ci viene raccontato. In tempi in cui viene meno la possibilità di vedersi e abbracciarsi, la pratica dello scambio epistolare torna a essere un modo efficace e intenso per comunicare. L’idea di Eleonora Morino, animatrice presso le residenze per anziani di Olcenengo e Rovasenda, ha colto l’esigenza degli Ospiti e dei loro familiari di mantenere i contatti, non ricorrendo necessariamente o esclusivamente alle risorse tecnologiche per le videochiamate, peraltro rese disponibili dalla nostra cooperativa.
Lettere contro il senso di abbandono
“Abbiamo pensato di proporre un canale di comunicazione diverso, più lento, riflessivo, con più spazio per scegliere e condividere i contenuti che si ritengono più importanti, e anche le immagini di due mondi che continuano così a restare vicini, ma in modo protetto”, spiega Eleonora. “I familiari superano così il senso di impotenza che stanno provando in questo periodo ed esprimono la loro cura. I nostri anziani non vivono un abbandono, ma sono invece accompagnati da lettere che possono rileggere più volte, disegni che possono guardare e commentare con orgoglio insieme agli altri Ospiti o a noi operatori.”
Condividere piccole e grandi esperienze
Il flusso di lettere procede, regolare e copioso: rimarranno, così, tracce di questo periodo complicato che offre qualche opportunità di rivisitare le relazioni, di sostarvi dando importanza alla condivisione delle piccole esperienze. Eleonora ci racconta: “Nelle lettere ci sono immagini di fiori sui balconi e di luoghi familiari, racconti della quotidianità non ordinaria che si vive fuori dalla Struttura, fotografie di nipoti e soprattutto tante parole che esprimono in modo diretto, semplice e profondo sentimenti di dolcezza e nostalgia.”
Quando l’emergenza sarà passata, questa esperienza potrà confermarsi come una delle modalità più ricche per manifestare la propria presenza e il proprio amore.