Un costante divenire ci appare la storia di Anteo quando, con le vecchie foto sul tavolo, misuriamo questo arco temporale durato 30 anni di impegno quotidiano. A partire dalla foto del dott. Emanuele Lomonaco, sorridente, che ebbe l’intuizione che anche nella città di Biella di allora (primi anni 90), i servizi pubblici che si occupavano di Salute Mentale avrebbero avuto bisogno di un supporto esterno per completare l’attività di cura nei confronti dei propri pazienti.

Noi ci abbiamo creduto. Ci abbiamo messo le migliori energie e siamo cresciuti insieme. Sempre insieme abbiamo colto le occasioni di trasformazione che hanno fatto sì che una cooperativa sociale evolvesse diventando impresa sociale e, in seguito, una piattaforma di sviluppo capace di aggregare altre realtà sociali, con storia e capacità professionali di indubbio valore..

È l’emozione che mi muove nella stesura di queste righe. Il 2021 è stato un anno di grande lavoro, forse ancor più di quelli che l’hanno preceduto: oltre alla riorganizzazione dei servizi che ci ha imposto la pandemia, ha preso forma nel cuore e nella mente di tutti noi la concreta missione dell’Anteo di questa stagione, un’impresa sociale in grado di svolgere la funzione di piattaforma di aggregazione e rilancio di realtà del terzo settore a livello nazionale.

In questo anno abbiamo rivolto lo sguardo a interessanti opportunità di estensione della nostra azione: ripercorriamo le principali. Abbiamo perfezionato e portato a termine un progetto che ci stava particolarmente a cuore: la fusione per incorporazione della Cooperativa Pro.Ge.S.T, realtà storica quanto la nostra, solida e sana, un riferimento di qualità in Piemonte e in Liguria..

Fin dalla primavera scorsa si è sviluppato, sui giornali, in TV, perfino sotto forma di instant book, un vivace dibattito attorno alla questione: “usciremo migliori dall’esperienza della pandemia?”. Alla ricerca di una risposta, si sono sviluppate retoriche di segno opposto, polemiche per un verso e un po’ naif per l’altro; sono anche emerse soluzioni diplomatiche, forse un po’ pavide: “ne usciremo comunque diversi…” hanno sentenziato anche non pochi intellettuali.

Oggi Anteo, invece, risponde: “sì: siamo migliori!”. Anteo ha voluto e saputo apprendere da questa drammatica esperienza, con reattività e tenacia, perché è un’organizzazione “abituata” ad apprendere. È una sua cifra, fin dalle origini: apprendere, crescere. Per questo, proseguiamo il nostro cammino con slancio e con rinnovata consapevolezza.