Ho colto con entusiasmo l’opportunità di scrivere un articolo in occasione della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. I diritti dei bambini sono stati riconosciuti dall’ONU nella Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, il 20 Novembre del 1959.

Essere bambino in tempo di Covid

In questo particolare momento storico, in cui l’emergenza sanitaria ha colpito il nostro paese, occorre non dimenticare cosa significhi essere bambino oggi al tempo del Covid e cosa significhi vivere in questo presente. Un presente limitato da mille prescrizioni, che non consente di poter interagire con sorrisi, baci, abbracci, strette di mano, contatto fisico, gesti necessari nelle relazioni umane per trasmettere emozioni, sensazioni e sentimenti.

Per i bambini, soprattutto per i più piccoli, la forza di un sorriso e il potere di un abbraccio sono così forti che non possono essere sostituiti da nessun altro mezzo di comunicazione. E’ importante analizzare e comprendere gli effetti che le nuove modalità d’interazione, imposte dalle attuali restrizioni, hanno sui bambini: l’improvvisa separazione dagli amici, l’interruzione della scuola e delle normale quotidianità, la paura stessa del virus.

A questo si sommano le difficoltà delle famiglie che affrontano problemi di salute, perdita di persone vicine, genitori che lavorano “in prima linea” contro il virus o che hanno smesso di lavorare da tempo, che hanno perso il lavoro o che lavorano da casa.

I diritti dei bambini sono il futuro di tutti noi

Alla luce di questa realtà è importante tutelare i diritti di tutti i bambini, diritti che non vanno considerati “sospesi” in nome della tutela della salute, ma, al contrario, difesi proprio perché contribuiscono alla salute dei più piccoli, di tutta la comunità e del futuro di tutti noi.

Gli adulti hanno l’obbligo civico e morale di rispettare i bambini. Violare i loro diritti significa cancellare i colori dal mondo e smettere di credere ai sogni impossibili. Tutelare il diritto di essere bambino significa proteggere un universo fatto di mille domande, curiosità, colori, gioie, timori. Un universo che noi adulti possiamo vedere solo se siamo in grado di guardare il mondo con i loro occhi, con il loro sguardo sincero, pulito, privo di giudizi e pregiudizi.

Sono tanti i bambini che vivono in situazioni di sofferenza e gli adulti, quali punti di riferimento, devono agire per difenderli dalle ingiustizie che ancora oggi sono presenti in molti luoghi del nostro del pianeta. Occorre dare un messaggio di fiducia e di speranza, contro una paura che, se può fungere da importante fattore protettivo, non può bloccare, immobilizzare e terrorizzare i più piccoli.

Creare una Comunità Educante

Scrivo dal Piemonte, oggi considerata “zona rossa”. Credo che creare una comunità educante sia l’unico modo per proteggere, salvaguardare e tutelare ogni singolo diritto dei nostri bambini, adesso più che mai! Una comunità in grado di parlare con mondi diversi, che possa offrire consigli, suggerimenti e punti di riferimento concreti.

Partire dal rispetto della diversità, avere un atteggiamento empatico, aperto, curioso, disponibile, comprendere la posizione dell’altro, consente di sviluppare quello spirito di collaborazione necessario a costruire una comunità che sia capace davvero di educare e di far crescere.

Vi riporto alcune testimonianze tratte dalla mia esperienza come Pedagogista, all’interno di Anteo, in cui mi occupo dei servizi educativi rivolti ai bambini 0-3 anni e di un servizio di supporto ai genitori volto a favorire la conciliazione dei tempi lavorativi e familiari, Spazio ragazzi Divertistudio, dedicato a bimbi e ragazzi dai 5 ai 13 anni.

In seguito a questo lungo periodo di lockdown, grazie al costante confronto con i genitori, è emersa da un lato una buona accettazione da parte dei bambini delle limitazioni imposte dalle normative vigenti; dall’altro lato si sono però evidenziati anche dei chiari segnali di disagio: comportamenti più irritabili, svogliati, capricciosi, l’aumento o la riduzione dell’appetito, incubi notturni (che prima della pandemia non avevano) o l’insorgere di alcune paure, soprattutto fobie legate al dover pulire, sanificare ogni ambiente e soprattutto le manine.

Come affrontano questo periodo Giulia e tanti altri bambini

Giulia è una bambina di 10 anni che frequenta la V elementare. Giulia mi ha raccontato che durante il periodo di chiusura delle scuole le piaceva restare a casa, passava le mattine a seguire le lezioni al computer e trascorreva il pomeriggio con la nonna. All’inizio le sembrava bello non andare a scuola. Poi però ha cominciato ad annoiarsi, le mancavano le sue amiche, i suoi compagni di classe e le mancava anche la sua insegnante, nonostante non le piacesse molto! “Devo lavarmi le mani in continuazione, qualsiasi cosa che tocco mi sento sporca, devo disinfettare tutto, comprese le suole di tutte le mie scarpe!”

Questa è solo una delle tante testimonianze che ho raccolto. Il costante lavarsi e disinfettarsi le manine è di per sé una causa d’ansia. I bambini possono lottare con stati d’ansia quando devono affrontare situazioni nuove o che fanno paura. La preoccupazione è naturale, normale; occorre trovare e applicare le strategie giuste per gestire le emozioni forti. I bambini imparano dagli adulti a gestire lo stress e a risolvere i problemi. Questo significa, per i genitori, imparare a non sottovalutare mai le proprie parole, a dare ad esse il giusto peso in ogni situazione.

Per rispettare i diritti dell’infanzia, invito tutti i genitori, gli educatori, gli animatori, le insegnanti e tutti coloro che vivono e lavorano con i bambini a tutelare in primis la loro salute psico-fisica. Ascoltate i bambini e mettetevi nei loro panni, trasmettete calma con le vostre parole, rassicurateli offrendo loro una routine organizzata, siate sinceri, fate promesse solo se potete mantenerle e soprattutto giocate con loro. Solo avvicinandovi a loro con le stesse modalità con cui loro si relazionano al mondo, potrete capirli e tutelarli.

Insegnare la resilienza ai nostri bambini

Gli adulti dovrebbero imparare a reagire alle difficoltà e alle sfide della vita, trasformandole in opportunità nonostante le delusioni e le frustrazioni. Insegnare ai nostri bambini ad essere resilienti significa lasciarli sbagliare, gratificarli in modo onesto, valorizzare i loro talenti, creare occasioni che permettano di affrontare con fiducia le sfide della vita, dare un supporto emotivo che consenta di esprimere le emozioni; significa insegnare a fare scelte consapevoli, ricordandoci che i più piccoli imparano più dai nostri comportamenti che dalle nostre parole.

Ecco perché è importante insegnare ad affrontare i problemi, partendo da quelli più semplici, e coinvolgerli sempre nelle scelte che li riguardano; spiegare ai bambini che nella vita occorre assumersi la responsabilità delle proprie scelte, e che con l’impegno e il sacrificio si possono realizzare i propri sogni.

Il diritto alla Speranza

Mi piacerebbe aggiungere ai 54 articoli previsti dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia, il diritto alla Speranza.

Come dice Papa Francesco: “dobbiamo imparare ad aprire i cuori di chi ha, per riempire le mani vuote di chi è privo del necessario”. Il diritto alla speranza, in un tempo come quello che stiamo vivendo è un diritto che si concretizza nel tutelare nei bambini la capacità di sognare, di vedere il mondo da punti di vista diversi, la speranza di vivere oggi, superare i limiti, acquisire nuove conoscenze e arricchire le nostre esperienze per aiutarli davvero ad affrontare meglio il loro domani.

 

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Selena Minuzzo

Professionista della Progettazione Pedagogica con oltre 18 anni di esperienza nella realizzazione di servizi educativi per l’infanzia, minori, famiglie e persone in difficoltà. Per Cooperativa Anteo di Biella Responsabile di Spazio Ragazzi Divertistudio, servizio di doposcuola ed attività extrascolastiche per bimbi e ragazzi dai 5 ai 13 anni e Responsabile pedagogica del coordinamento gestionale, di controllo ed organizzativo dei servizi pedagogico-educativi per minori presso Anteo Impresa Sociale Cooperativa, con particolare focus sulla progettazione, organizzazione e realizzazione di attività educative presso gli asili nido e le scuole materne da noi gestite in Piemonte e Valle d’Aosta. Dal 2014 Assessore alle politiche sociali, pari opportunità, servizi per anziani e diversamente abili, politiche giovanili, politiche abitative e rapporti con ATC presso il Comune di Candelo (BI), dal 2002 al 2019 Cultore di Materia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Docente di materie umanistiche presso diversi Istituti di Formazione della provincia di Biella.