Noi siamo un colloquio (Feltrinelli, 2018) è un saggio di Eugenio Borgna, primario emerito di Psichiatria dell’Ospedale Maggiore di Novara e libero docente in Clinica delle malattie nervose e mentali presso l’Università di Milano.
Diagnosi, terapia, responsabilità
Noi siamo un colloquio ha la forma di un saggio ma la sostanza è materiale incandescente (per usare un aggettivo caro all’autore). La psichiatria descritta è un intreccio fra diagnosi, terapia e un’etica della responsabilità che vuole salvaguardare la dignità e la libertà delle persone che vivono sofferenze psichiche. È per questa via che l’autore afferma che il dialogo è una struttura portante della condizione umana (il titolo viene spiegato alle pagine 120-121) e che quindi nella relazione s’inscrivono i grandi temi del senso della vita, della libertà e della fragilità che tutti ci permea, anche in forme non patologiche.
Psichiatria sconosciuta
Noi siamo un colloquio ci parla di una psichiatria “sconosciuta”, del “misterioso cammino verso l’interno”, di “comunicazione sospesa”, di silenzio e complessità, di cura in termini di ambienti terapeutici “fisici” e di relazioni di alleanza che, per essere autentiche, si devono alimentare di una “cultura dell’umiltà” che travalica ruoli e saperi.
Eugenio Borgna
Il vero consiglio è di leggere Borgna: nei momenti di “crisi vocazionale” per chi lavora nel mondo della salute mentale, quando si sente più lasca e faticosa la relazione con l’altro, oppure comunque, una sera sì e una sera no (perché le profondità vanno assaporate). Primario emerito di Psichiatria dell’Ospedale Maggiore di Novara, il prof. Borgna ha pubblicato numerosi volumi intrisi della sua esperienza clinica, costruiti attorno a storie di pazienti che ci aiuta a scoprire e a leggere in controluce anche attraverso numerosi e raffinati strumenti letterari e filosofici: le poesie della Dickinson, brani e versi di Rainer Maria Rilke, suggestioni da Heidegger, Simone Weil, Nietzsche alimentano percorsi di analisi e interpretazioni attorno al tema della relazione con l’altro sofferente. È appena uscita una sua autobiografia, che ha dedicato alla madre e che termina con a parola “anima”. Non a caso.
Una recente conversazione fra Eugenio Borgna e Umberto Galimberti, sulla citata autobiografia Il fiume della vita. Una storia interiore.