10 Consigli di lettura
Leggere la terza età: 2 libri sulla vecchiaia di Vittorino Andreoli e Massimo Ammaniti.
Entrambi i testi propongono un’interpretazione ricca e confortante della vecchiaia, seppure attraverso scelte e tonalità differenti. Nelle pagine di Vittorino Andreoli, psichiatra ottantenne, si rintraccia un percorso di riflessione colto e certo non privo di tratti autobiografici. Viceversa, il saggio di Ammaniti, psicoanalista dell’età evolutiva pressoché coetaneo, non attinge esplicitamente alla sua esperienza diretta. Si nutre piuttosto di alcuni incontri con personalità come Luciana Castellina, Giorgio Albertazzi, Aldo Masullo e Andrea Camilleri.
Leggere la terza età: il corpo e la mente nell’anziano
I temi che cogliamo dalla lettura dei due volumi sono trasversali. Ad esempio, l’attenzione crescente che l’anziano sviluppa per un corpo “invadente” (Ammaniti usa questa efficace definizione). Un corpo che stupisce per le sue nuove inefficienze, delude e rischia di innescare una regressione, una chiusura in se stessi mossa dalla paura e dall’ansia con cui tocca convivere.
Il tempo che si dilata o si restringe nella percezione individuale, soprattutto in relazione alle autonomie di cui si dispone; l’inevitabile sostare nei ricordi (per la cosiddetta “presbiopia della memoria”), che può generare una sorta di reclusione a contatto con i dolori ma anche un’avventura fra le gioie e le esperienze vissute più gratificanti; i limiti come promotori di possibilità altre rispetto a quelle già note e sperimentate da ciascuno; gli spazi in cui tutti viviamo e che a tutti, anche agli anziani, dovrebbero essere adeguati.
Il bisogno di stare con gli altri e di strutturare la vita attorno a routine e ripetizioni come risposte a un crescente bisogno di sicurezza; la circolarità fra mente e corpo come fonte di creatività e vitalità persistenti e resistenti a qualsiasi “medicalizzazione” della vecchiaia. E poi, la sessualità, il sonno e i sogni, la bellezza, le differenze di genere; la focalizzazione sulla promozione del benessere che non si riduce a “togliere il male” e il grande enigma della morte.
Il desiderio nella persona anziana
Un argomento che mi pare particolarmente fecondo per leggere la terza età è il desiderio; Andreoli, in particolare, osserva: “c’è un desiderio che ha bisogno del futuro e uno, quello dei vecchi, che ha bisogno del presente, di ciò che ti succede” (pag. 125). Anche per questo, per la necessità di un presente denso di significato, “la vecchiaia è (o potrebbe essere) il Paradiso terrestre dei sentimenti” (pag. 93). Ammaniti si chiede se è possibile, giunti alla vecchiaia, rispondere alla domanda di Senso: “Qual è stato il desiderio che ha orientato la mia esistenza?”. E indaga la dimensione della curiosità nella vecchiaia. Curiosità che si esprime soprattutto attraverso le relazioni, per esempio con i nipoti, che gli anziani coinvolgono empaticamente nelle loro vite e che suscitano quell’interesse, quella capacità di meravigliarsi che altrimenti rischia di scemare e di spegnere ogni progettualità futura.
Queste pagine vi faranno da compagnia e da specchio se siete anziani o lo state diventando, da “libri di testo” se lavorate insieme agli anziani, proponendo riflessioni che forse a tratti vi sembreranno edulcorate ma che scoprirete anche ospitare profonde verità. Perché la vecchiaia non è di per sé una malattia da subire e tutti possiamo attivarci rispetto a questa stagione della vita, mentre vi siamo immersi o mentre ce ne prendiamo cura.
Informazioni bibliografiche
Vittorino Andreoli, Una certa età. Per una nuova idea della vecchiaia, Solferino, 2020.
Massimo Ammaniti, La curiosità non invecchia. Elogio della quarta età, Mondadori, 2017.