Nelle residenze per anziani di Olcenengo e Rovasenda, in provincia di Vercelli, è attivo da circa un anno un progetto di musicoterapia, sia recettiva sia attiva, e danzamovimentoterapia.

Eleonora Morino, Musicoterapeuta, con l’aiuto prezioso dei tirocinanti del Centro Studi Artile – Scuola di Artiterapie di Novara, convenzionata con la Cooperativa Anteo, conduce una serie di attività che stanno riscuotendo un notevole successo fra gli Ospiti. Se la signora Maria ha rivissuto frammenti della sua giovinezza, Luigi ha esclamato: “Mi sono commosso, quel violino mi ha toccato il cuore!”.

Il nostro modello di costruzione di una longevità serena adotta la prospettiva biopsicosociale, vale a dire abbraccia la persona nel suo complesso, considerando le sue interazioni continue con l’ambiente e la sua storia, la memoria della sua biografia. Il primo principio coinvolto da questo progetto, quindi, è quello della personalizzazione: l’ascolto di brani musicali appositamente scelti secondo parametri sonori specifici dall’arteterapista e dal tirocinante.

Il secondo principio riguarda la ricerca del benessere psicofisico globale della persona anziana: la musicoterapia e la danzamovimentoterapia stimolano il rilascio di endorfine, aiutando l’Ospite ad abbassare i livelli di stress, a migliorare il rilassamento muscolare e ad alzare il tono dell’umore a seguito di esperienze creative, nonché a recuperare ricordi gradevoli. Così è accaduto a Carla: “Beata gioventù! Mi è venuta in mente la mia migliore amica… avevamo quindici anni e scappavamo dai genitori per andare alle feste in cascina!”

L’esperienza della musicoterapia recettiva, vale a dire basata sull’ascolto della musica, è articolata su base settimanale, con incontri regolari che coinvolgono gruppi di 10 persone ciascuno: gli Ospiti partecipano a momenti di ascolto e condivisione dei vissuti emotivi esperiti durante l’esperienza sonora.

L’esperienza della musicoterapia attiva, vale a dire basata sulla produzione di suoni e musiche, è organizzata in sedute individuali e coinvolge non solo strumenti musicali veri e propri, ma anche oggetti sonori in grado di stimolare la creatività e la curiosità anche di Ospiti con compromissioni motorie. Il commento di Sandro è significativo: “Mi è sembrato di riprendere in mano la fisarmonica e di suonare come sapevo fare una volta!”

Attraverso l’improvvisazione musicale, il dialogo sonoro-musicale permette al musicoterapeuta di sintonizzarsi con la persona anziana, che si sente compresa, contenuta in uno spazio protetto, e che riesce così ad accedere a un’immagine di sé in grado di mettere in luce le parti sane.

Eleonora Morino ci parla degli sviluppi del progetto: “Stiamo costruendo una playlist da trasmettere in filo diffusione nei reparti e nei corridoi delle due strutture, nella convinzione che questi strumenti possano esercitare funzioni terapeutiche a diversi livelli: contenendo l’anziano che si trova nella condizione di malessere e generando benessere anche negli Operatori, per migliorare la qualità del servizio assistenziale.”